Paure

Una farfalla blu si muove senza peso:

nell’aria tutta una linea spezzata.

La insegue un bambino; nel cuore, la speranza.

La farfalla attraversa intero il suo giardino.

Spalancata è la porta abbandonata,

così il volo sparisce oltre quel varco.

Il bambino vacilla, nell’esitazione;

intravede il buio fitto oltre la porta,

ma la farfalla blu è cosi bella. Bella.

La porta, cattiva, si chiude alle sue spalle.

Ora, il bambino è solo: nel buio le paure.

Vorrebbe scappare, adesso, ma non può.

Il soffitto s’abbassa, graffiano le pareti.

Il bambino piange finché non ha più voce.

Il tempo passa e perde la misura.

La madre, lontano, sente quel richiamo.

Entra decisa la luce nella stanza

e dissolve il dolore come nebbia.

Dove vanno a morire le farfalle?

Forse dietro quella porta abbandonata,

in un luogo senza più paure.

Frammento 1

Sono immerso nel buio: non avrei mai pensato che il nero fosse il colore del deserto e che il freddo fosse così penetrante. Nel buio si stagliano soltanto sprazzi di viola e di bianco. per orientarmi seguo le piccole luci bianche: da lontano sembrano fuochi fatui, ma quando mi avvicino capisco che sono i riflessi di cristalli luminosi, disposti qua e là ad indicare la strada.

La sabbia del deserto senza luce è rossa, La tocco: è gelida come la brina, ma è dura quasi fosse composta da sassolini di roccia.

Mentre sono inginocchiato, avverto un brivido strano: l’istinto mi dice di alzarmi in fretta, perché intorno a me percepisco degli scricchiolii, dei passi striscianti, un calpestio sottile e incessante, quasi fosse un esercito di formiche o di termiti a muoversi nell’ombra.

Strano sentirsi assediati dal nulla: attorno a me c’è solo il freddo, eppure i rumori continuano, si fanno sempre più insistenti e il buio all’improvviso si costella di punti rossi e mobili.

Che siano occhi che mi guardano?

Non voglio sapere che cosa siano: adesso mi basta scappare, 

Corro mentre il sudore mi si ghiaccia sulla fronte.

All’improvviso la fatica si fa insopportabile, le gambe diventano pesanti, non riesco più a muoverle, anzi, una forza sconosciuta mi sta attirando verso il basso.

Ho capito: sto sprofondando in una melma acquosa, che adesso si prende le ginocchia….anche il busto ormai è inghiottito…e le braccia….

 

la leggenda dell’armonia e del caos

Ci fu un tempo in cui questo mondo era lo spazio della pace: tante forme di vita avevano lo stesso diritto di esistere nella loro diversità, perché il reggente dell’armonia dava a ciascuno la stessa dignità e la stessa libertà fu il signore del caos a rompere l’equilibrio a seminare l’odio e ad incrinare la pace con l’incertezza la menzogna, il desiderio di prevalere. Ne nacquero due fazioni, una dei costruttori e noi ne siamo la continuazione e quella dei distruttori. Il tiranno che domina il nostro mondo è un distruttore, il suo intento è quello di toglierci e ogni possibile libertà. Ci stà spegnendo , ma non può farlo del tutto e con velocità, perché non ha nelle sue mani il libro della vita che contiene tutti i principi della salvezza e della fine.
Prima di essere sconfitto e di scomparire, il reggente dell’armonia ne ha disperso le pagine nelle diverse regioni.
Per impedire che il signore del caos se ne impadronisse le ha nascoste in posti segreti sconosciuti anche a noi.

Capitolo 6 parte 2

“Michael, ehi, che ti prende” mi scuote Yafirit.
“Ah niente era un’allucinazione”.
Un’allucinazione o un’altra premonizione, però il dolore era reale. Chi era il ragazzo? E poi, la creatura alata esiste davvero?
“Eccoci! ci saranno i rappresentanti di ogni regione”.
Non ho il tempo per pensare.
L’enorme porta si apre, spinta da due guardie molto forti; nella sala della ruota di torce e dai muri freddi il tavolo a ferro di cavallo è sempre allo stesso posto.
Yafirit si siede vicini ad Elifa
“Visto, ti ho riportato il tuo ragazzo”… Yafirit ha un tono scherzoso, ma
Elifa lo penetra con uno sguardo di sfida, mi scappa un sorriso, forse il primo dopo tanto tempo.
“Sei di buon umore” Cyediy esclama guardandomi negli occhi” ci vuole un po’ di felicità ogni tanto, e la battaglia di prima ci ha messo alla prova. Rem esci da lì, ora Michael non corre più rischi, sbigottito vedo sbucare dalla mia ombra l’uomo misterioso con il mantello e la lunga barba che avevo per pochi attimi incrociato sulla nave.
“Ora posso mostrare la mia vera identità”,l’uomo si porta la mano sul volto e appare una persona totalmente diversa, molto giovane ma alto e muscoloso. I suoi occhi dicono che ha attraversato momenti duri.
“Sono Rem, ciao, dicono cosi dalle tue parti”.
Io rispondo con un timido saluto, ma Cyediy non lascia spazio nemmeno al mio stupore:
“È ora che tu conosca il nostro gruppo. Elifa,rappresentante della regione dei boschi, è l’esperta dei veleni e delle uccisioni silenziose; Yafirit è l’ambasciatore della regione del fuoco; la forza dei suoi pugni è la sua arma: può distruggere la corazza del drago più forte. E poi c’è Ninil portavoce dell’acqua: è la nostra guaritrice; Brynà, delegato regione della neve, è invece il nostro mago, mentre Velo, araldo regione delle nebbie, è l’arciere invisibile. Manca solo Lygèn, messaggero della regione del cielo, il nostro stratega, poteva esserci d’aiuto oggi… Poi ci sono, io il capo dei Partizank, sono il maestro di spada più abile di tutto il regno perduto, ho ucciso da solo un’armata di Rinnerii,… ah,dimenticavo Rem, il ragazzo prodigio che vive nelle ombre, esperto evocatore: prima di essere la tua guardia era al servizio del tiranno come nostra spia.
“Sempre per ultimo, io”,esclama Rem, per rompere la tensione che attraversa la sala.
Tutti mi guardano e io non so né cosa dire né cosa fare, la mia faccia assomiglia sicuramente ad un punto interrogativo, per questo Cyediy riprende la parola, mentre i presenti si alzano in piedi: formano il più strano paesaggio che si possa immaginare. Le altezze sono diverse, fra loro ci sono creature immense e poderose ed altre sottili, quasi trasparenti: i volti hanno tutti i colori dell’iride, dal rosso di Yafirit al bianco fumoso di Velo. Appena si muovono, la stanza è tutta un fruscio/tintinnio di stoffe e di metalli.
La voce di Cyediy adesso ha un tono autorevole e risuona nella sala:
“Ora ci conosci, ma non sai ancora cosa ci affligge. C’è un’entità che sta uccidendo le nostre terre: molti lo chiamano ‘tiranno’, altri lo chiamano semplicemente ‘il male’, altri ancora lo considerano un flagello mandato da un dio cattivo. Il fatto è che qualcosa ci succhia l’energia indispensabile per vivere: dove c’è il fuoco toglie calore, dove c’è il ghiaccio scoglie il vigore delle forme, priva la nebbia della sua leggerezza…, vedrai, vedrai, nel tuo viaggio…. Perché questo noi siamo qui a chiederti! Aiutaci a sconfiggere il male.”
“bene ora ti ho spiegato la situazione, hai qualche domanda?”
“come mi avete portato qui?, e poi come faccio a sconfiggere il tiranno se nemmeno voi ci siete riuscito? “
“con un portale creato dai nostri maghi, una magia spazio-temporale in parole povere crea un corridoio che unisce due mondi,
Senza magia i nostri mondi sono destinati a stare separati.
Poi…. uhm…a ecco
Sconfiggere il tiranno?ora come ora non riusciresti nemmeno ad avvicinarti
dovrai essere addestrato domani all’alba vieni al campo d’addestramento.
È tutto ora vai e riposati domani sarà dura”.
Me ne vado con ancora molte domande senza risposta.

capitolo 6 parte 1

L’accampamento dei Partizank scompare dietro
una duna di sabbia rossa, il cielo sempre buio
è inquietante, ho come la sensazione di essere
in continuo pericolo.
Sagome di creature terrificanti, occhi rossi
appaiono dall’ombra. Cerco di velocizzare il
passo per non restare indietro.
Un verso lacerante, quasi un ruggito stridente che schiaccia i sensi: i timpani vibrano per il dolore, assieme alla terra.
Un drago viola nero atterra
davanti a me, e con l’enorme zampa mi
colpisce, scaraventandomi lontano.
Cerco di sollevarmi ma il dolore è immenso le gambe sono ferite,
non posso fuggire.
il drago è sopra di me e mi fissa, sento che mi sta
entrando nelle testa, i miei pensieri se ne
vanno, il drago mi sta togliendo tutti i ricordi
belli. Non voglio ma non so fermarlo.
Con la zampa comprime le mie ossa che scricchiolano e si spezzano,
sento le sue fauci
che masticano come compiaciuto.
Il drago poi se ne và. Sta giocando con le nostre
vite o forse è distratto da qualcosa.
La mia testa scoppia dal dolore, il corpo
non lo sento piu. Elifa mi corre accanto, sento
le sue lacrime bagnarmi il viso, le sue mani
tremano insanguinate,
di chi è il sangue?
é mio?
mi dice qualcosa, ma non riesco
sentirla.
accanto a lei c’è un ragazzo
chi è?
pian piano il buio mi avvolge.